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Arrampicate

Galapagos

Le immense placche appoggiate della Tartaruga furono salite per la prima volta lungo questo itinerario in un giorno umido e grigio. Dieci tiri in placca aperta, difficoltà modeste in ambiente malinconicamente solitario e isolato.

La via è stata richiodata nel giugno 2023 da Riccardo Lerda e Simone Copes sostituendo i vecchi spit (alcuni dei quali tranciati dalle slavine) con spit inox 10mm. I vecchi spit sono stati lasciati in loco nell’eventualità quelli nuovi venissero danneggiati da valanghe o sassi.

La relazione di seguito proposta è quella stilata in occasione della richiodatura della via.

Vedi accesso generale

Primi salitoriPaolo Cogliati e Nicola Noé
30/5/93
Esposizione E-NE
Sviluppo480 metri
RichiodaturaRiccardo Lerda e Simone Copes 18/06/2023
ConsigliatoMezze corde 60m, friend 0.1-2 e alcuni rinvii lunghi, utili ev. chiodi e martello
DifficoltàV+/VI- / P3 (vedi legenda)

(Dettaglio relazione apertura)

L1 50m V+/VI- Attacca in verticale all’imbocco del grande diedro (che taglia metà della parete) seguendo il percorso più logico e proteggibile. Prima in verticale per superare qualche muretto un po’ sporco (V+/VI-) poi su placca più abbattuta ma con meno appigli (V+), mantenendo una linea parallela al diedro. Sosta su uno spit (sosta vecchia non trovata).
L2 55m V Sempre paralleli al diedro poi via via in obliquo a destra cercando appigli e roccia solida puntando a una vena bianca (IV) dove si trova uno spit (ipotetica sosta prima di vedere lo spit vecchio). Passare il piccolo muretto appigliato e proseguire in placca verso destra dove si supera la vecchia sosta (V) per raggiungere quella nuova e più comoda qualche metro dopo.
L3 50m III/IV Si torna verso il diedro puntando all’uscita che si imboccherà nel tiro successivo; lungo la salita si supera la vecchia sosta (spit schiacciato) per andare a sostare in prossimità di un piccolo tetto più sopra a destra.
L4 60m V Puntare a uscire dal diedro principale utilizzando belle lame e
proseguire in leggero obliquo a sinistra (V poi IV). Individuare un piccolo diedro formato dalla placca principale e un muretto stratificato sulla destra. Lo spit di sosta si trova a circa metà diedro sul muretto. Non trovata la vecchia sosta.
L5 50m V Prima in obliquo a sinistra per superare il verticale su placca luccicante (non è scivolosa anche se sembra) poi si prosegue su placca facile fino allo spit di sosta (dove era presente anche il vecchio spit).
L6 50m IV Verticalmente cercando lavorazioni e lame. Probabilmente la via originale passava poco più a sinistra (parso di vedere uno spit vecchio da sopra).
L7 50m IV+ In obliquo a sinistra fino a raggiungere la lunga e stretta cengia con la sosta dove abbiamo trovato lo spit vecchio (più a sinistra presente un’altra sosta con due spit che userete in caso di doppie dalla via).
L8 50m V Dritti senza paura puntando al diedro da cui si esce su belle lame delicate per poi godere di una bella placca lavorata e rossiccia, sosta in corrispondenza di quella originale.
L9 55m V+/VI- Tiro un po’ scary tra lame canterine, prima in leggero verticale dove si vede una sosta con due spit (da noi utilizzata per le doppie, IV+) poi proseguendo a sinistra per aggirare il tetto e tuffarsi in un magazzino di lastroni (V+/VI-). Avendo trovato il vecchio spit su materiale non proprio sopraffino abbiamo scelto di piazzare altri due spit poco più in alto in modo da avere maggiori possibilità di trovarne almeno uno.
L10 30m IV Ultimo tiro di defaticamento fino a raggiungere la sottile cresta che si affaccia su Corte Terza e gli Sciis.


DISCESA CONSIGLIATA A PIEDI: segui la cresta affilata fino alla fine e scendi nel canale verso sinistra presente un pessimo spit per breve
doppia(sconsigliatissimo).

DOPPIE: soste non facilmente individuabili se seguite il nostro itinerario, ma presenti tutte le maglie rapide strette con chiave. La prima dalla costosa sosta deluxe con anello fino a sotto al tetto (dritta 55m). La seconda abbastanza dritta da 60 metri con sosta nascosta sotto un piccolo tetto, non visibile da sopra. Terza potrebbe seriamente essere quella sulla cengia a sinistra di quella citata nella L7. La quarta giù dritta in mezzo a una placca sotto a un grosso tetto. Quinta molto in obliquo a destra faccia a monte, sosta nascosta in un diedro muschiato sopra alla cengia erbosa con piccole piante. Sesta ancora in deciso
obliquo a destra fino a rientrare nel diedrone e utilizzare il primo spit del secondo tiro (presente maglia rapida inox). Da qui a terra puntando ancora a destra. Se non si è sicuri seguire la linea di salita ma necessario lasciare un moschettone ad ogni sosta.


NOTA: le soste non sono facili da individuare perché spesso messe sotto tetti e la parete è abbastanza ampia, fate attenzione perché la maggior parte delle doppie sono al limite dei 55/60 metri. Cercate sempre le placchette inox Raumer, spesso accoppiate a fittoni arrugginiti da 10mm).